Veronica Pivetti in “L’inferiorità mentale della donna”

L’idea che le donne siano state considerate, per secoli, fisiologicamente deficienti può suggerirci qualcosa? Liberamente ispirato all’omonimo trattato di Paul Julius Moebius, “L’inferiorità mentale della donna” è lo spettacolo che Veronica Pivetti presenta mercoledì 6 marzo (ore 20,30) al Teatro Goldoni di Firenze, nell’ambito della stagione 2024 del Teatro delle Donne.

Inizio ore 20,30. Biglietti 20/18 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, residenti nei Quartieri 4 e 1 e iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com (tel. 0552776393 – teatro.donne@libero.it), prevendite online anche su www.ticketone.it.

Nei panni di una moderna Mary Shelley, Veronica Pivetti ci racconta, grazie a bizzarre teorie della scienza e della medicina, l’unico, vero, Frankenstein della storia moderna: la donna.
“Come stanno le cose riguardo ai sessi? Un vecchio proverbio ci suggerisce: capelli lunghi, cervello corto”. Esordisce così l’assistente nella sezione di neurologia di Lipsia, Paul Julius Moebius, nel piccolo compendio “L’inferiorità mentale della donna” – scritto nel 1900, da cui trae spunto lo spettacolo – opportunamente definito un evergreen del pensiero reazionario.

Donne dotate di crani piccoli, peso del cervello insufficiente… Secondo Moebius le signore sono provviste di una totale mancanza di giudizi propri. “Per giunta dopo poche gravidanze decadono e, come si dice molto volgarmente, rimbambiscono”.
Non solo. Le donne che pretendono di pensare sono moleste e “la riflessione non fa che renderle peggiori”. A queste dichiarazioni fa eco il medico, antropologo, giurista e criminologo italiano Cesare Lombroso: le donne mentono e spesso uccidono, lo dicono i proverbi di tutte le regioni.
Fortunatamente, i cervelli delle donne sane pesano più di quelli delle donne criminali. Ed ecco un rapido excursus su delitti eccellenti, per esempio quello compiuto da Agrippina, o da Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio.

“Le donne hanno un solo nemico” rilancia Moebius “il tempo, a cui, però, dopo qualche anno di matrimonio soccombono, sia diventando sciocche, sia disseccandosi sotto forma di vecchie zitelle stravaganti”.
Del resto, laddove si riscontra del talento, la psiche femminile manifesta un evidente ermafroditismo psichico. Sylvain Maréchal scrittore, avvocato e sedicente rivoluzionario, con il suo “Progetto di legge per vietare alle donne di leggere” sostiene che “imparare a leggere è per le donne qualcosa di superfluo e nocivo al loro naturale ammaestramento”, d’altro canto “la ragione vuole che le donne contino le uova nel cortile e non le stelle nel firmamento”.

Ad accompagnare Veronica sul palco, il musicista Anselmo Luisi che, insieme all’attrice, eseguirà canzoni vecchie e nuove ispirate alla figura femminile.

Con questo spettacolo, impreziosito da deliranti misurazioni dell’indice cefalico a cui Veronica si sottopone con la sua ironia, raggiungeremo l’acme della cultura maschilista. Paziente lei stessa – causa una passata depressione – Pivetti non manca di raccontare al pubblico alcuni singolari episodi personali e di ricordare, con le parole di Lombroso, che… “il maschio è una femmina più perfetta”.

PROSSIMO APPUNTAMENTO – Un progetto internazionale su Dante diretto dal pluripremiato regista Ric Burns e scritto con lo studioso Riccardo Bruscagli che vede, nei panni del Sommo Poeta, Antonio Fazzini: sarà lo stesso attore toscano a presentare il film “Dante: Inferno To Paradise”, giovedì 14 marzo al Teatro Goldoni di Firenze, pochi giorni prima la messa in onda sulla rete americana PBS, che insieme a Rai Documentari ha prodotto serie e lungometraggio.


Programma completo sul sito www.teatrodelledonne.com e sui canali social.