Sacred Space, Cristina Mariani in mostra
Galleria d’arte La Fonderia presenta Sacred Space, mostra personale di Cristina Mariani, con inaugurazione sabato 10 Febbraio 2024 alle ore 18 in Via della Fonderia 42 R a Firenze.
In mostra più di 15 opere che richiamano il concetto di Spazio Sacro, qui inteso in opposizione alla tradizionale concezione dello stesso come chiuso, delimitato e antropizzato.
Il suolo, elemento centrale nella ricerca dell’artista tessile, è inteso come organismo vivente, composto da minerali, piante e batteri, la cui conservazione è la chiave per rispondere alle domande legate alla crisi ambientale e al cambiamento climatico.
Nel suo lavoro Mariani ricerca la fusione dell’estetica digitale e del dato scientifico con l’arte antica, rituale e lenta della tessitura manuale: il dato scientifico (spettrogramma sonoro, sezione sottile, cromatografia) perde la sua precisione e accuratezza diventando un elemento morbido e flessibile.
In esposizione le declinazioni con cui l’artista ha affrontato il tema di Spazio Sacro, dalle Cromatografie ai Kakemono, dalle Bioplastiche create con sabbia islandese alle applicazioni con carta di funghi e fibre tessili.
A differenza del tappeto che delimita lo spazio della preghiera, i kakemono di Mariani, ispirati alla tradizione giapponese, sono posizionati all’altezza dello sguardo, invitando lo spettatore alla contemplazione, alla riappropriazione del tempo attraverso la sua sospensione: lo spazio sacro è quello naturale, i cui confini sono l’opera dell’uomo stesso. La cromatografia da lei utilizzata è un procedimento fotografico impiegato nell’agricoltura biodinamica per ottenere un’analisi qualitativa del terreno, inteso come essere vivente, un insieme di elementi che lavorano e vivono in simbiosi.
La ricerca dei materiali è centrale: foglie, licheni, funghi e il suolo che permette la loro crescita provengono dalle foreste, i colori rarefatti invitano a riconnettersi allo spazio naturale e ad una riflessione sulla condizione umana al tempo della crisi climatica.
A completare il percorso espositivo trova posto l’installazione Soil Saga, che si posiziona centralmente all’interno degli spazi della galleria: realizzata con una stoffa tessuta a mano con un motivo tradizionale islandese, ricorda minute tracce di suolo che emergono gradualmente dalla neve, mentre i pigmenti utilizzati sono stati ottenuti dalla macinazione di campioni di suolo locale. Realizzata durante la residenza presso l’Icelandic Textile Center, è ispirata alla Vatnsdæla Tapestry, raffigurante una saga islandese.
Sacred Space celebra la cultura post-fossile e pone l’attenzione sul bisogno collettivo di interstizi di silenzio, di spazi riconquistati di meditazione e solitudine, in opposizione al consumo e allo sfruttamento del suolo come del tempo.
La mostra sarà visitabile fino al 12 marzo con orario dal martedì al sabato 10-13 e 15.30-19.30.