ViolaCult: Due rigori sotto l’arbitro di Natale

Va bene che era lunedì, va bene che era l’ultimo giorno di novembre “Festa della Toscana”, va bene tutto… ma due rigori caldi come la voce di Bruno Pizzul, no eh.

Una Fiorentina a valanga, anzi a palla di neve, per i primi 25/30 minuti; Nell’elegante clima del Reggiana stadium, un super Ilicic, per dirla in termini tecnici, riceve una puntata sullo stinco in area di rigore, e l’arbitro non ci sta non fischia.

Nel secondo tempo si è celebrato il gemellaggio Sassuolo-Basilea accomunato dalle stesse regole vigenti in materia di falli di mano in area di rigore: non è fallo.

L’antica legge dei visigoti: “non si concede un rigore alla Fiorentina se un giocatore con i capelli estrosi o la barba orrenda tocca la palla con la mano in area.”

Va beh, consoliamoci almeno con un punto guadagnato in una trasferta difficilissima contro una squadra che vende cara la pelle e scende in campo a viso aperto e non gioca solo a grondoni e chi s’è visto s’è visto.

Andiamo con i titoli!

Provaci ancora Pepito:

Esci dal campo scuotendo la testa, gli occhi rossi imbarazzati. Non sei esattamente l’immagine della spensieratezza sotto la Fiesole, o comunque non sei lo stesso Giuseppe che 2 anni fa espugnò Sassuolo, prima di farti male a Livorno. Il calcio targato 2010/2020 è strano. Molto. Un calcio fisico, estremizzato e velocizzato. Come la vita in generale. I tempi di reazione sono aumentati a livelli impressionanti. Le tattiche di gioco, i movimenti senza palla. Ciò che contraddistingue i giocatori di alto livello è la grande forma atletica e fisica. In sintesi: non basta solo un buon cervello, bisogna abbinare anche grande corsa. Di conseguenza, basta un calo per risultare una nota molto stonata in una sinfonia speciale. E Pepito, sembri proprio lontano dalla condizione atletica. Appari lento, spento e arrancante. Prova è il liscio sotto porta che poi ha propiziato il gol del signor Borja Valero. Ma il mister e ancora molti tifosi credono in te; sei come Woody Allen nel film…trova il tuo spirito alla Humphrey Bogart e “sarà l’inizio di una meravigliosa amicizia”.

Natale con i tuoi, Pasqual con chi vuoi

Noi italiani abbiamo una tradizione melodrammatica importante. Almeno in questa Fiorentina. Dopo il romanzo di Pepito, ecco che arriva la storia alla De Amicis del capitan, non più capitan, Pasqual. Manuel è la bandiera a mezz’asta di questo gruppo; talmente dedito al lavoro che, almeno da quello che si vede in campo, non ha mai avuto uno sprazzo di personalità ingombrante, talvolta utile ad un capitano. Mai quell’incoscienza di chi di istinto risolve la situazione. Ha avuto qualche lampo, nei suoi 10 anni di carriera a Firenze e i suoi 7 gol, che ricordano un glera soffice delle sue terre natie, ce lo hanno dimostrato, però ancora nello scacchiere portoghese non macina e non offende la fascia con la continuità che è richiesta nel gioco totale viola.

Paura e delirio in difesa , Astor Thompson e il dottor Gonzalo

Avete presente il capolavoro di Terry Gilliam, con Johnny Depp e Benicio del Toro? Emozioni continue, colori, lasciare tutto al caso e tempi mozzafiato. Beh se non lo conoscete ve lo consiglio. Ogni tanto c’è la convenzione tra i due centrali della difesa viola che se la partita è noiosa sta a loro risvegliare a suon d’adrenalina e madonne dagli spalti, l’attenzione. E di conseguenza vediamo dribbling azzardati, palloni tenuti fino all’ultimo secondo e poi pedate agli avversari. L’importante è che, come sa bene il nostro capitano argentino neopapà e rocker, bisogna essere delle rocce e non rotolare via.

Sassuolini nelle scarpe

Ok, questa faceva pena. Però non è sbagliata. Il Sassuolo è una squadra purgatorio. Mi spiego: Tra Acerbi, Peluso, Floccari, Florone Flores, Missiroli, Berardi (potrei proseguire) la squadra di Eusebio Di Francesco ha una collezione di quei giocatori che sono rimasti sempre a metà tra l’affermazione e il lottare per la salvezza. Alcuni di questi sono a fine carriera e altri vivono nella speranza di affermarsi e diventare famosi. Certo è che un Missiroli a centrocampo, nello scacchiere viola non ci starebbe male.

Fronte del Berna

Un Marlon Brando d’ottima annata è quello che recita nel capolavoro del 1954. Un Bernardeschi ricco di pathos interiore quello di Sassuolo. Attaccare o non attaccare, è questo il dilemma. Perchè, dopo la doppietta di Basilea, Federico non ha avuto licenza di puntare lo spazio e arrivare fino alla linea di fondo. Oppure nelle ripartenze, non ha avuto l’ordine di spingersi in avanti per chiudere i triangoli in profondità? Va beh. Chiederemo a Babbo Natale.

All’ombra dell’ultimo Sousa

Un gufo bianconero un giorno pronunciò questo anatema: “Quando vi fermerete per la sosta della nazionale, passerete settimane di angoscia! Nella prima le perderete tutte, nella seconda le pareggerete, nella terza… il budello delle vostre madri! Ahahahah Viva Moggi!” Intanto le altre “grandi del campionato” si cannibalizzano per un posto al sole. Così le televisioni possono dire quanto è forte il Napoli o la Juve, ma pare che uno studio della California University di Borgo A Buggiano abbia dimostrato che chi tifa strisciati sia più triste nell’anima. Ma noi, pareggi, sconfitte e fegati amari, ci possiamo coccolare un allenatore che per 3 mesi è stato Re Mida, ora è una persona normale. Sicuramente migliore di tutti gli altri.

Mentre si avvicina l’attesissima tappa per la Juve che lotta per un posto in Europa League a Torino con la Fiorentina, noi abbiamo già avuto i rigori di Natale depositati sotto l’arbitro.

E ANCHE SOTTO IL GIUDICE DI PORTA, CHE DETTO TRA NOI…CHE CI STA A FARE?

Gilberto Bertini

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