Welcome to Barerarerungar, la mostra al Mad Murate Art District

Welcome to Barerarerungar è la prima monografica in una istituzione pubblica europea dell’artista indigena australiana Maree Clarke. La mostra – curata da Valentina Gensini e Renata Summo O’Connell, prodotta da MUS.E nell’ambito del Progetto RIVA, da Università degli Studi di Firenze nell’ambito del Progetto Fuori Sede in occasione del centenario dell’Ateneo fiorentino e realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze – presenta opere site-specific realizzate nel corso della residenza presso MAD Murate Art District e si sviluppa in due diverse sedi.

Il corpus centrale vede opere magistrali realizzate per il percorso espositivo di MAD e installazioni sulle facciate delle antiche carceri del Complesso delle Murate, avviando una conversazione con la storia coloniale europea attraverso un’imponente opera che abita il cuore del Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo.

Le installazioni esposte presso MAD Murate Art District attivano un dialogo con la cittadinanza e il fiume mentre le opere in mostra al Museo di Antropologia e Etnologia-Sistema Museale di Ateneo osservano il visitatore dal museo stesso come per riappropriarsi della storia dell’Oceania, rappresentata dai preziosi reperti custoditi dall’istituzione museale.

Una mostra importante che rappresenta un potente invito a riflettere sulla storia coloniale europea e sulla sua eredità – ha detto l’assessora all’Università e ricerca Titta Meucci -, ma anche su temi di grande attualità come la memoria, l’identità e la sostenibilità, aprendo a un dialogo interculturale di forte valore. Le sue installazioni site-specific, magistralmente realizzate, creano un suggestivo percorso che si snoda tra le Murate e il Museo di Antropologia ed Etnologia, combinando linguaggi visivi contemporanei. L’arte di Maree Clarke, ricca di simbolismi e riferimenti alla cultura indigena, ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con la natura e con le diverse culture del mondo, puntando a tramandare saperi preziosi e ad ampliare il nostro sguardo sul mondo. Un’esposizione che si inserisce al meglio nelle celebrazioni per il centenario dell’Università di Firenze”.

La mostra Welcome to Barerarerungar è il primo evento del progetto Fuori sede, un’iniziativa di public engagement del centenario dell’Ateneo fiorentino, che, attraverso la formula della residenza di artista, si propone di portare l’arte contemporanea nei luoghi universitari – spiega Frida Bazzocchi, delegata della rettrice per la valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’Ateneo – a inaugurare questo percorso, svolto in collaborazione con il Comune di Firenze, è  Maree Clarke, un’artista che si è fatta apprezzare in tutto il mondo per l’incessante impegno volto a preservare e tramandare la memoria dei popoli nativi australiani, tema su cui ha saputo sensibilizzare, all’interno di alcuni incontri, studenti provenienti da diversi corsi di laurea del nostro Ateneo.  Per la vicinanza con le tematiche affrontate, abbiamo scelto di collocare l’opera di Maree Clarke all’interno di Palazzo Nonfinito, sede del Museo di Antropologia ed Etnologia del Sistema Museale di Ateneo. La sala Oceania offre infatti una collezione di reperti di valore storico e culturale straordinario che, grazie a questa iniziativa, potranno essere ulteriormente promossi all’interno della nostra comunità e nel territorio

La mostra di Maree Clarke – spiega Valentina Gensini, direttore artistico di MAD Murate Art District e co-curatrice della mostra -, vede proseguire il rapporto fecondo tra centro di arte contemporanea MAD e il Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze, stavolta in una cornice unica che collega il Progetto RIVA al Progetto Fuori Sede, che festeggia il Centenario dell’Ateneo. L’invito alla pluripremiata artista Maree Clarke che propone la prima monografica in una istituzione europea ci riempie di orgoglio per molte ragioni: l’importanza che attribuiamo oggi alla decolonizzazione dello sguardo attraverso percorsi di eccellenza che consentano di cambiare radicalmente il punto di vista, trova nei suoi lavori e nelle installazioni pubbliche un’occasione unica e di straordinaria qualità artistica; il percorso proposto sollecita temi ecologici ed ecosofici al centro dell’agenda mondiale, e attraverso di essi scopriamo che le antiche culture ancestrali hanno conoscenze e consapevolezze da cui noi occidentali abbiamo molto da imparare, per aprire una seria discussione etica e filosofica sul presente post Antropocene; infine ci piace pensare che la delicata attenzione deputata dall’artista alla natura e alla vegetazione toscana rappresentino un viatico ed un insegnamento fondamentale per i giovani artisti e studenti che hanno lavorato e riflettuto con lei in questo mese di residenza al MAD”.

“Welcome to  Barerarerungar, unisce profondamente l’Arno e la sua città a una cultura lontana, attraversando il tempo e gli emisferi, in un generoso gesto di accoglienza – commenta Renata Summo O’Connell, curatrice della mostra – Welcome to Barerarerungar, lontano dall’essere un’esperienza esotica, è l’affermazione della vitalità contemporanea di una delle culture viventi più longeve al mondo, grazie a un’artista che contesta il passato coloniale con coraggio, con l’invito a immaginarci reciprocamente in modo nuovo, immersi in un incontro inatteso e sereno”.

Con piacere sosteniamo la partnership con MAD – afferma Barbara Tosti, Responsabile del Settore Arte, Attività e Beni culturali di Fondazione CR Firenze – e siamo qui oggi a celebrare una originale produzione site specific che ci avvicina alla cultura e ai simboli oceaniani. Anche con questa iniziativa MAD conferma il suo ruolo specifico e profondamente a servizio della città quale ente pubblico, confermando la sua vocazione nelle pratiche di accoglienza ed inclusione della comunità in relazione alla produzione artistica contemporanea e delle azioni di valorizzazioni dei patrimoni di altre istituzioni culturali fiorentine”.

Maree Clarke, discendente dei Mutti Mutti, Yorta Yorta, Wamba Wamba e Boon Wurrung, è un’artista indigena australiana che, celebrando la continuità con la sua cultura e la sua storia, apre spazi artistici innovativi tra riappropriazione del patrimonio culturale nativo e sensibilità ecologica. Il lavoro multimediale di Maree Clarke esprime in modo innovativo il profondo desiderio dell’artista di riconnettersi alle pratiche perdute delle popolazioni indigene meno note, provenienti del sud-est australiano. L’approccio proposto genera uno spazio aperto alla condivisione della sua pratica artistica, secondo una collaborazione intergenerazionale volta a riattivare una conoscenza culturale partecipata.

La produzione dell’artista a Firenze è iniziata lungo l’Arno, con la realizzazione di collane di canne fluviali, simbolo di passaggio sicuro e amicizia nella tradizione indigena australiana, e infatti indossate come protezione nei viaggi tribali. In questo senso la loro presenza nell’esposizione fiorentina acquisisce un significato simbolico. Il recupero di tale pratica ancestrale, in cui le canne sono tinteggiate e intrecciate con piume, collega il fiume Arno e la sua città a una cultura lontana, attraversando epoche ed emisferi, in un atto generoso di benvenuto.

In questo modo, ancora una volta, l’arte di Maree Clarke riesce a onorare temi dolorosi come la terra perduta, le pratiche culturali e i linguaggi scomparsi, aprendo contemporaneamente il suo ricco mondo al pubblico, in un invito gentile volto a imparare, comprendere e rispettare le tradizioni dell’antichissima cultura dei popoli nativi australiani.

L’artista, premiata nel 2023 da Creative Victoria, Australian Centre for Contemporary Art (ACCA) e TarraWarra Museum of Art con il prestigioso Yalingwa Fellowship, rappresenta oggi un punto di riferimento nella cultura contemporanea australiana, contemperando linguaggi visivi molto attuali con il prezioso recupero di tradizioni e memorie ancestrali.

Welcome to Barerarerungar ha il patrocinio del Comune di Firenze e di Rai Toscana, la media partnership de La Nazione e di Rai Cultura e la collaborazione di Artegiro e Vivien Anderson Gallery. La mostra sarà valorizzata in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e dell’Università degli Studi di Firenze.