Uno sguardo nuovo

Mariani Sierra Villanueva una volta ha scritto: “Di questo si tratta, di coincidere con persone che ti facciano vedere cose che non vedi. Che ti insegnino a guardare con occhi diversi.”
L’ho letta per caso e mi ha subito fatto pensare a quei momenti non solo di festività e la Pasqua è una di quelle: non solo una ricorrenza, ma un’occasione per fermarsi, ritrovarsi, ricominciare.
Non serve per forza una fede religiosa per sentire il bisogno di rinnovarsi. Basta quel desiderio di ripartire con un po’ più di consapevolezza e nuova attitudine, magari dopo un periodo tosto o semplicemente dopo giornate che sembrano tutte uguali.
La Pasqua, per chi crede, è un giorno pieno di significato. Ma anche per chi la vive in modo più laico resta comunque un simbolo di speranza, di possibilità, di rinascita. E in fondo, tutti abbiamo bisogno di momenti così: che ci ricordino che non dobbiamo rimandare la felicità a “quando avremo più tempo”, “quando finirà la settimana”, o “quando sarà il momento giusto”.
Quel famoso “come in cielo così in terra” può anche essere letto così: la pienezza della vita, se la vogliamo, possiamo iniziare a cercarla ora, non dopo.
E allora forse il senso di questo periodo di Pasqua è proprio questo? Accorgerci che ogni giorno è buono per scegliere chi vogliamo essere, come vogliamo vivere, che atteggiamento vogliamo avere verso noi stessi e verso gli altri.
Che sia davvero un momento per ritrovare il desiderio di pienezza, perché sì, la felicità è una cosa che ci meritiamo tutti. E, chissà, magari comincia proprio da quello sguardo nuovo che qualcuno ci ha insegnato.