Una buca qua, una buca là e pedalando s’arriva dappertutto! Soprattutto grazie alla pista ciclabile che è in assoluto la migliore del mondo… no, un momento, forse la migliore no.

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Queen – Bicycle Race

Firenze è in restyling per quanto riguarda la mobilità urbana. Questo comporta qualche squilibrio. Macroaree cittadine paralizzate dal traffico all day long. Cantieri su cantieri, nervosismo, smog e diciamolo anche qualche bestemmia. Questo affresco contemporaneo descrive una situazione di passaggio. Un’attesa incessante in virtù di un progetto molto ambizioso. Il sol dell’avvenire splende alto e fiero sui cantieri della tramvia. Un lasso di tempo snervante e lunghissimo accompagnerà i lavori che bloccano da Peretola a viale Morgagni e consequenzialmente Viali intorno alla Fortezza, i viali in generale.

Ma no problem! Esiste la bicicletta! E che problema c’è? Pedalando si evitano code, benzina e parcheggi! D’altronde Amsterdam insegna:

La città a misura di ciclista e poi se avanza… di pedone.

Tramvie che passano anche in pieno centro tra i san pietrini e ciclisti che svicolano ovunque. Anche all’epoca in cui era sindaco di Firenze, Matteo Renzi dava uno schiaffo morale a tutti scivolando via leggero in bicicletta da piazza S.Firenze a piazza della Repubblica (bello sforzo). E quindi possiamo immaginare, come nel paese del mago di Oz, strade lastricate e colorate di rosso che accompagnano generazioni intere di Bartali e di Coppi; bambini con caschi dai molteplici colori sfrecciare accanto a uomini d’affari in abito elegante e 24ore nel cestello, fidanzati felici. Riduzioni delle emissioni di gas dalle macchine, qualche spicciolo in più in tasca che non fa mai male, gambe allenate e glutei alti e marmorei.

amsterdam

Tutto bello ma come si direbbe all’università di’sanfrediano: “’T’ha visto un bel film!”.

Forse la situazione delle piste ciclabili non è così rosea. Possiamo anche levare il forse. Diciamo che per essere la città che nel 2013 ha ospitato i mondiali di ciclismo, Firenze presenta una situazione “ciclabile” pessima. A voler essere pignoli, bisognerebbe scavare nella pioggia di milioni caduta su organizzazione del mondiale e amministrazione in relazione a patto di stabilità, sicurezza e logistica. Ma è meglio ragionare senza l’oste. O forse sarebbe d’uopo capire l’intenzioni del comune. Che di problematiche ne affronta tante. Si è vero, ma anche i cittadini. E per chi la bicicletta rappresenta una vera e propria alternativa ai mezzi automatizzati di problemi ne esistono a bizzeffe.

-Partiamo con l’annosa questione dei furti. Durò più Gasperini all’Inter che una bici nuova fiammante legata sotto casa. Questo è un problema da risolvere in sede istituzionale.

Piste ciclabili limitate o con scarse conseguenze di sbocco. Cioè mi spiego meglio: pedalando felice e contento ad esempio per via XX settembre arrivo al Ponte Rosso e sparisce tutto: asfalto ciclabile, segnaletica. Per non focalizzarsi su un solo esempio, sostanzialmente esistono una moltitudine di punti che definirei nevralgici in cui la pista magicamente si interrompe e “bona notte ai suonatori”; conseguenze? Passare nelle corsie riservate alle macchine, e spesso contromano.

L’asfalto disconnesso dei grandi tratti di pista, come nei viali. Il viale Matteotti ad esempio presenta da un lato i parcheggiatori abusivi e dall’altro buche, sicuramente dovute alle radici dei bellissimi alberi. Ma davvero non è possibile fare nulla? Soprattutto non è possibile fare un intervento lungimirante che non abbia poi bisogno di ulteriori lavori. Insomma, un po’ come la tramvia.

-Un altro problema è rappresentato dalla convivenza tra pedoni e ciclisti. Spartire lo stesso marciapiede non è semplice. Anzi alle volte non è proprio sicuro. Il viale dei Mille ne è un esempio. Per non parlare di Lungarno Vespucci. Cioè si è bello fare gli splendidi in bicicletta al calar del sole col Ponte Vecchio e la magia del panorama architettonico più bello del mondo, però ecco forse è il caso di intervenire da parte dell’istituzione competente.

cyclelane

In un momento di grandissimo cambiamento ambientale, sociale e generazionale se vogliamo fare gli europei fino in fondo, se l’Italia vuole competere col resto del mondo ed essere sempre più civile, una tramvia non basta. Servono anche le piste ciclabili, come la giusta amministrazione del traffico. Tutto fa gioco per equiparare i servizi del cittadino ed appianare le distanze tra automobilisti, ciclisti e pedoni.

Pink Floyd – Bicycle

Il sindaco Nardella, a seguito di un sopralluogo insieme all’assessore alla viabilità e ai lavori pubblici Stefano Giorgetti ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è anche quello di ricongiungere le piste – ha continuato – perché molte rimangono all’improvviso senza continuità e quindi vanno ricucite. Il nostro programma di realizzazione di 50 chilometri di piste ciclabili, tra nuove e completamente rifatte, sta andando avanti: dall’inizio del mandato abbiamo realizzato quasi 10 chilometri tra piste nuove, piste completamente rifatte e ricongiungimenti. Il nostro obiettivo è mettere la bicicletta al primo posto e per questo con l’assessore Giorgetti ci siamo dati come scadenza dicembre 2015 per pubblicare la gara per il bike sharing.”

Gilberto Bertini

per critiche e info gilbertobertini8@gmail.com