Il fine (non) giustifica i mezzi
Sarebbe facile lanciarsi in Machiavelliche congetture sull’efficacia, nonostante il (non)gioco, della Fiorentina andata in scena ieri pomeriggio al Braglia di Modena.
Resisteremo a questa tentazione per due semplici motivi: prima di tutto perché Machiavelli non ha mai pronunciato l’aforisma che gli hanno “appioppato” da qualche secolo oramai, in secondo luogo non sarebbe comunque ben adattabile al vestito che la Fiorentina ha indossato in questo primo mese di campionato. Siamo a 9 punti ,terzi in classifica, a +4 rispetto all’avvio balbettante dello scorso anno. Abbiamo vinto col minimo scarto due partite consecutive, tenendo un vantaggio risicato ieri per un tempo intero. Messa così siamo obbligati a parlare di pragmatismo, di una squadra cinica, massimo risultato col minimo sforzo,etc… ma se sotto non ci fosse una squadra in costruzione tutto questo durerebbe ben poco. È proprio quello che mi auguro, la verve di Sousa in panchina sta a indicare che durante la partita è costretto a fare accorgimenti momentanei ed improvvisati, ma trasmette anche una concentrazione figlia certamente di un lavoro settimanale che ha garantito di portare a casa la partita.
Dobbiamo certamente rieducare gli occhi, manca TUTTO di quello a cui eravamo abituati, dai continui cambi di fronte al pressing organizzato con conseguente possesso esasperato fino al fraseggio spesso ad alti ritmi, ma alla luce di tutto ciò le parole dell’indiscusso miglior giocatore di ieri risuonano ancor più forte ” l’anno scorso queste partide le parejavamo o le perdevamo”.
RIPARTIRE da Borja, che è la nota più armoniosa di una domenica pomeriggio mediocre.
L’impianto di gioco non ha presentato stravolgimenti, Bernardeschi a fare come sempre un enorme lavoro di raccordo fra centrocampo e le punte (ieri secondo tempo da mezz’ala praticamente), Suarez nonostante abbia corso quanto il compagno in mediana ( 11km!) aveva il compitino non sempre riuscitogli di gestire il ritmo a metà campo, senza quasi mai oltrepassarla. Gli stessi km Borja però li ha percorsi con una qualità spaventosa, riguardare gli ultimi 20 minuti mette tenerezza: 21 giocatori fermi nelle proprie posizioni ed una figura mingherlina che fluttuava in ogni zona del campo per tenere palla, portare su la squadra, attirare avversari.
L’illustre fiorentino da menzionare semmai è un altro, godiamoci il momento perché in questo pazzo inizio di campionato e con questa Fiorentina in costruzione il “doman” proprio non lo possiamo pronosticare, altro che certezza.