Galleria dell’Accademia: San Matteo spiegato da Timothy Verdon
La Galleria dell’Accademia, organizza, ogni martedì, fino al 25 settembre, “un ciclo di incontri con personalità fiorentine di rilievo che raccontano la propria visione di un opera e del suo autore al pubblico radunato intorno al capolavoro in oggetto”.
Ieri, martedì 5 giugno, Timothy Verdon, Direttore del Museo dell’Opera del Duomo, ha incantato con la sua descrizione del San Matteo di Michelangiolo Buonarroti.
L’opera venne commissionata a Michelangiolo dall’Opera del Duomo dove rimase fino agli inizi del Novecento, fino a quando, cioè, venne trasferita nell’allora appena realizzata Galleria dell’Accademia.
L’incarico prevedeva la realizzazione dei dodici apostoli da inserire all’interno delle nicchie nei pilastri, proprio sotto la cupola del Duomo di Firenze. In realtà, l’artista, a causa dei suoi numerosissimi impegni, realizzò solo San Matteo lasciandolo inoltre incompiuto.
Michelangiolo imprime nel marmo il suo San Matteo in età giovanile, agli inizi del 500, nello stesso periodo del David. Ma nonostante la concomitanza del periodo di realizzazione, sono profondamente distanti le due opere. L’una, il David, atletico e snello, è presentato in una posizione statica e ideale; mentre il San Matteo è rappresentato in tutta la sua dinamicità e tortuosità; sembra quasi oppresso dalla sua stessa pesantezza marmorea. La forzata tensione degli arti e il senso drammatico che si sprigiona sono ispirati al Laocoonte, scoperto a Roma in quegli stessi anni e al cui dissotterramento lo scultore era presente.
Il suo sguardo rivolto verso l’alto è anelito verso Dio e, al tempo stesso, un espediente per fronteggiare i grandi spazi all’interno della Cattedrale Di Santa Maria del Fiore.
Il blocco di marmo ai piedi del Santo era previsto anche ad opera finita, avrebbe infatti simboleggiato la Chiesa intesa come struttura e come fondamenta sociale. “Tu sei Pietro, su questa pietra costruirò la mia chiesa”. Per capire l’allegoria, basta pensare a questa frase del vangelo, grazie alla quale i teologi cristiani fondano tutto l’edificio e il potere della Chiesa Cristiana.
Ginevra Poli