Ecoansia, personale di Louises Will alla Crumb Gallery
“Per quanto remoto e isolato non esiste un solo luogo sulla Terra in cui la presenza dell’essere umano non sia arrivata tramite le sue mefitiche emissioni, i suoi scarti, i suoi resti, la sua oscurità”. Così Louises Will, giovane artista italiana, introduce la sua mostra personale dal titolo Ecoansia che apre al pubblico alla Crumb Gallery, Firenze, venerdì 14 giugno.
Ecoansia o ansia climatica è un termine, usato per la prima volta nel 1997 dalla ricercatrice Véronique Lapaiège, che definisce la paura e il sentimento di inquietudine causati dai possibili disastri dovuti al riscaldamento globale e all’impatto dell’umanità sull’ambiente naturale. Un’angoscia che attanaglia molti giovani, l’angoscia di non avere un futuro e che con Greta Thunberg ha dato vita a un vero e proprio movimento internazionale, Fridays For Future. Da questi temi – degrado ambientale, eventi metereologici estremi, il destino della Terra – Louises Will è totalmente coinvolta, ‘ossessionata’ come dice lei stessa, e rappresentarli, attraverso l’arte, è diventato un modo per esorcizzarli. Tramite il suo lavoro – fotografie, dipinti, installazioni – si pone l’obiettivo di sensibilizzare sulla fragilità della natura e degli organismi viventi. La sua pratica la porta a lasciare lungo le strade di città, luoghi dove ha vissuto o che ha solo attraversato, dei segni, affissioni pirata, dei messaggi subliminali per indurre a riflettere. Già sulla vetrina della Crumb Gallery, filtro tra l’esterno e l’interno dello spazio, la Will traccia alcuni di questi segni, leggeri, delicati, come fossero delle ghirlande di foglie che cadono in verticale ma che, osservandoli, ti accorgi essere la rappresentazione di bottiglie, sacchetti di plastica che molto spesso troviamo abbandonati dovunque.
Per questa mostra, l’artista presenta un progetto composto da due serie: Inquinamento atmosferico e Mostri occulti insieme a Come un gioco, un’installazione site-specifc.
Inquinamento atmosferico è un lavoro recentissimo che lei descrive come “tele che sono assemblage di tessuto cucito insieme. Un po’ per riciclaggio un po’ per dare l’idea del caos generato dalle particelle inquinanti.” Ricrea quell’effetto dovuto all’inquinamento atmosferico per cui le particelle si spostano a causa di venti e correnti in vari luoghi, destabilizzando l’ecosistema. Queste tele stratificate sembrano vive, anche loro in movimento, soggette alle trasformazioni degli impatti sull’ambiente.
Gli effetti delle mutazioni che avvengono nella natura, costretta ad adattarsi e reagire alle contaminazioni, sono l’oggetto dell’altra serie, Mostri occulti. Fotografie che rappresentano combinazioni di materiale organico trovato e fatto rivivere, trasformato, mescolato. “Mostri appunto perché sono mutati” spiega Louises Will, “occulti perché è un paradosso: mostro, nel senso di faccio vedere, il paradosso della natura, che non è più natura ma si rivolta, si trasforma, occulti perché lo fanno di nascosto.”
Al centro della stanza, un tronco con tanto di radici, trovato e recuperato, macchiato con uno slime solidificato, organico, fatto di mais. Uno slime che anche i bambini potrebbero usare, Come un gioco. Un elemento, presagio di una catastrofe incombente, che ha la funzione di connettere e accordare i suoni della stanza.
La mostra, Ecoansia, sarà aperta fino al 7 settembre ed è accompagnata da un catalogo, collana NoLines, edito da Crumb Gallery, con un testo di Rory Cappelli.