Grandi discussioni spopolano sul web in questi giorni di caldo atroce e temporali improvvisi, dalle teorie complottiste, alla banalizzazione elementare, alla ricerca della storicità dei gradi percepiti in passato. Dove sta la verità probabilmente non lo sapremo mai.

Quello che sappiamo è che fa caldo e che ci sono tanti modi bizzarri in cui cerchiamo di sopravvivere a queste temperature…

Ci sono quelli che, passeggiando per la strada, si soffermano ad ogni negozio dal quale esce quella dolce aria condizionata che fa sognare di essere sulla spiaggia con la brezza marina e un cocktail in mano. Si soffermano così tanto che anche il più brutto dei manichini diventi quasi interessante. Stanno lì, davanti alla vetrina, con la faccia meravigliata come per dire “quasi quasi me lo compro” per non far notare il loro più profondo desiderio di freschezza.

Sempre in tema di negozi ci sono poi quelli più audaci, che ci entrano proprio. Si fanno un bel giro e controllano con fare falsamente frettoloso e serio se ci sono mutande o calzini. Per non sentirsi troppo in colpa spesso comprano quei tipici pacchi da sei, consapevoli che finirà nello stesso mucchio accumulato nei giorni precedenti.

Un’altra simpatica categoria sono quelli che affrontano il caldo semplicemente scansandolo. Passano dalla casa alla macchina in men che non si dica. (Di solito sono gli stessi che hanno queste auto moderne che puoi controllare da remoto, quindi al loro arrivo sono già pronte per l’ibernazione). Una volta in ufficio diventano automaticamente stakanovisti, rimanendo inchiodati alla scrivania fino a che i parenti non ne denunciano la scomparsa. Solo allora è abbastanza fresco per potersi permettere il primo contatto con l’aria aperta, che non è detto che vada sempre nel migliore dei modi e, in quel caso, risolvono con lo spritzettino ghiacciato al bar… climatizzato.

Ci sono poi quelli che non piacciono a nessuno: i maleducati. Quelli che, incuranti della decenza, con oramai i neuroni fusi dall’elevata temperatura, si sentono sereni a sguazzare con i piedi puzzolenti nelle fontane storiche delle città. Stanno lì, seduti, sperando di non essere notati o che qualcuno si aggreghi, così da non sentirsi troppo soli o troppo in colpa.

Insomma, ognuno combatte il caldo come può, ma una cosa è certa: se l’estate è una prova di resistenza, allora il premio finale dovrebbe essere minimo minimo una granita a vita. E magari un condizionatore portatile, da indossare come uno zaino (ecologico sia mai).

Nel frattempo, ci vediamo al reparto frigo dell’Esselunga. Turni di tre minuti, grazie.