Produzione e vino 100% toscano – Presentazione della Carta Etica del Vermouth toscano

Produzione e vino 100% toscano – Presentazione della Carta Etica del Vermouth toscano 

di Francesco Tufano

Nella terra dei mille campanili, non era facile mettere insieme i produttori toscani di vermouth sotto l’ombrello di una serie di valori condivisi. Ma è con l’obiettivo di arrivare a un disciplinare, preludio a sua volta del riconoscimento di una denominazione e di una struttura di tutela, che un gruppo di 10 aziende del territorio si è riunito allo scopo del preservare, la qualità e l’autenticità del prodotto made in Tuscany. E così, a pochi giorni dal primo Salone del Vermouth – in scena al The Social Hub sabato 5 ottobre – va a battesimo la prima “Carta Etica” del vermouth toscano. Il progetto nasce dall’idea di Enrico Chioccioli Altadonna (Winestillery), Tommaso Pieri (Duit) e del giornalista Federico Silvio Bellanca, e ha in pochissimo tempo trovato il favore di realtà produttive diverse tra loro di cinque province (Firenze, Prato, Siena, Grosseto e Livorno) unite dalla volontà di preservare la tradizione secolare locale della fortificazione del vino, e – all’interno della regolamentazione europea che già pone delle regole per la produzione – autoimporsi ulteriori paletti per la definizione in etichetta della dizione “Vermouth Toscano”.

La carta ha la forma di una lettera aperta che mira a coinvolgere anche gli altri produttori regionali: le regole che i produttori si sono auto-imposti sono sostanzialmente due, ovvero che la produzione avvenga dentro i confini regionali e che il vino di base del vermouth sia prodotto in Toscana.