Paolo Borsellino – Il testimone è ora nelle mani dei giovani

Parlare oggi di Paolo Borsellino può sembrare scontato, ma la scelta di inserirlo tra i testi della prima prova dell’esame di maturità è un segnale potente. Un segno di speranza.
Il brano selezionato chiama in causa direttamente i ragazzi, ricordando loro che ogni scelta personale ha un peso, una responsabilità.
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.”
Borsellino non ha mai idealizzato i giovani, ma ha sempre creduto nella loro forza morale, nella loro capacità di scegliere ciò che è giusto al di là del tornaconto personale o della comodità. Lo sapeva. E questa sua certezza ancora oggi sembra aleggiare nell’aria.
Era un uomo che aveva gli occhi colmi di immagini di violenza, tradimento, delusione. Eppure, non ha mai perso la serenità. Anzi, coltivava una speranza sconfinata, quasi fuori luogo rispetto alla realtà che lo circondava. È sorprendente pensare che un magistrato – minacciato, isolato, tradito, sopravvissuto alla morte di amici e colleghi – potesse ancora credere così fermamente nel futuro. Che potesse essere così convinto della vittoria del bene, della possibilità di una società diversa, più giusta, più umana.
Oggi, al contrario, viviamo immersi in un clima in cui la speranza sembra essersi esaurita. Ascoltiamo madri che, sbalordite da una reazione aggressiva del vicino in treno, arrivano ad invocare l’estinzione dell’umanità. Giovani che, feriti dalle relazioni, arrivano a desiderare o causare la morte dell’altro. Siamo di fronte all’esasperazione.
Per questo proporre agli studenti un testo di Borsellino oggi è un gesto quasi rivoluzionario. È rimettere al centro della riflessione collettiva il valore della fiducia, dell’impegno, della responsabilità civile.
Sapere che oggi milioni di ragazzi si stanno emozionando leggendo le parole di uno dei protagonisti più coraggiosi della nostra storia, come un vero e proprio passaggio di testimone per la costruzione del domani è commovente. Vuol dire che la speranza non è morta.
Anzi, forse è proprio lì, che rinasce sulle pagine dell’esame e quindi nella mente dei maturandi e quindi nei cuori dei nuovi adulti.