C’è un momento della vita che, in fondo, si ripete più spesso di quanto crediamo. Non è solo un ricordo adolescenziale, né soltanto una citazione nostalgica di una delle canzoni più amate di Antonello Venditti. “Notte prima degli esami… Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni, Notte di sogni, di coppe e di campioni, Notte di lacrime preghiere…” canta lui, e in quelle frasi c’è tutta l’emozione, la paura, l’attesa e la magia di quei momenti che precedono una prova. Non solo scolastica.

La verità è che la notte prima degli esami non finisce mai davvero. Ogni volta che ci troviamo davanti a qualcosa che ci spinge oltre la nostra zona di comfort, ogni volta che dobbiamo dimostrare qualcosa, a noi stessi più che agli altri, è come se tornassimo lì. Con il cuore in gola, i pensieri che girano in tondo e lo stomaco sottosopra. Un misto di ansia e adrenalina, di paura ma anche di speranza, che ti fa scoprire quella voglia di scappare ma allo stesso tempo di rimanere.

Che bello che è tutto questo. Perché quelle notti, qualsiasi esperienza precedano, sono piccoli riti di passaggio, che ci ricordano che stiamo crescendo. E più spesso li viviamo, più significa che stiamo scegliendo di evolvere, di metterci in gioco, di non restare fermi.

Mi auguro, allora, che tutti possano vivere molte notti prima degli esami. Che possano tremare, emozionarsi, sentirsi vivi davanti a qualcosa di nuovo. Perché è lì che nasce la nostra linfa vitale: nella tensione dell’attesa, nella corsa dell’ignoto. In fondo, vivere è anche questo: passare da una notte insonne a un’alba piena di possibilità.