Magia a Firenze: Girolamo Segato l’uomo che pietrificò la morte
Storie di magia a Firenze: Girolamo Segato l’uomo che importò dall’Egitto uno strano culto che pietrificava i corpi dei morti. Scene raccapriccianti di volti, pezzi e animali “intatti”
Che bel secolo il 1800. Baffi, maschilismo gratis, sifilide e tubercolosi. Le mode all’epoca erano decisamente più interessanti. Altro che saldi stagionali, taggate e laikkate, la vita era corroborata da una sana inalazione di carbone. Gli erasmus si svolgevano piacevolmente in America dell’Ovest a cercare pepite, contraendo varie forme di scoliosi per i turni di lavoro di almeno “23 ore al minuto”.
Altro che i giovani d’oggi, senza dote, impestati di ideali di uguaglianza.
In questo contesto nasceva Girolamo Segato, cresciuto a pane e morte.
Girolamo Segato è nato nel 1792 a Belluno da una famiglia ipercattolica che dipendeva dai capricci di una leopardiana natura. La vita e la morte si susseguivano con ilarità della fortuna intorno al piccolo Girolamo, triste in volto e scalmanato nei campi.
Da adolescente si prodigò nel mestiere di contabile, con grandissima noia e poi passò agli studi di scienze, a suon di nocchini sul capo, nel liceo di Belluno.
Iniziò la carriera di chimico, con uno stage poco retribuito
Raggiunta la maggiore età ebbe la fortuna di iniziare a lavorare nel laboratorio di chimica della famiglia dei triestini De Rossetti che commerciavano tra l’Italia e l’Egitto numerosi articoli come argenti per i dagherrotipi e pizze senza lievito.
Attratto dal fascino misterioso di una terra inesplorata e fertile, Girolamo decise di accettare la proposta del suo datore di lavoro di andare in Egitto per uno stage poco retribuito con voucher della Regione Egiziana a fare ricerca sulla composizione chimica.
In Egitto a cercar fortuna
Partito per la terra che dette i natali a Pippo Tommaso Marinetti (detto Zang Zang) e a Salah, con uno zaino e tante belle speranze twittò “non fa così caldo per essere l’Egitto“. Alla fine del suo turno di lavoro, dove ebbe modo di collezionare diverse nozioni sulla chimica tradizionale egiziana, andava a rilassarsi guardando le piramidi.
Decise che era arrivato il momento di approfondire la tematica della pietrificazione dei morti, di cui tutti parlavano in fabbrica. Parti dunque per una spedizione tra le rovine di Eliopoli, Assuan fino ai deserti fino a Saqqara.
3 Giorni sepolto in una piramide
Spinto dal desiderio sempre maggiore di conoscere la pratica di pietrificazione dei morti, decise che fosse tempo di inerpicarsi in una vera e propria tomba. Egli spari per 3 giorni, dormendo tra i corpi e resti dei faraoni. La piramide a gradoni di Saqqara non ebbe più segreti per lui. Ancora oggi al Metropolitan Museum di New York è conservato il muro su cui incise il suo nome.
Malattia e insediamento a Firenze
Dopo i 3 giorni in tomba, Girolamo Segato si ammalò. Probabilmente ha respirato la salubre aria mefitica di corpi in decomposizione da millenni. Con la sua salute che si stava aggravando e convinto di aver appreso completamente la pratica della mineralizzazione, Segato decise di stabilirsi a Firenze.
Si stabilì in Lungarno degli Acciaioli nel 1823. Mise su un’impresa come chimico e cartografo e riuscì a stringere legami con studenti di medicina dell’Università di Firenze e vari scienziati.
La sua barba folta e il suo fare schivo e misterioso non passarono inosservati nel quartiere e gli valsero il soprannome “I’mago egiziano” .
Corpi, morti e pietrificati
Non perse tempo. Girolamo si rifornì di pezzi di corpi umani e animali e seguì le procedure imparate in Egitto. Riempì la sua casa di bellissimi pezzi tipo mani, teste e piedi di umani.
“Amo gli animali” fu il post su Facebook che suscitò la curiosità e lo sdegno della comunità cattolica dell’epoca. In effetti il selfie con i daini pietrificati poteva risparmiarselo.
Spalleggiato dalla comunità scientifica dell’epoca, osteggiato dai bigotti, Girolamo Segato da Belluno era riuscito nel suo intento: i corpi morti sarebbero rimasti intatti per sempre, pietrificati, inquietanti.
Arredi con pezzi morti
Girolamo vide un’opportunità di profitto dalla sua attività occulta: creare mobili direttamente con parti del corpo pietrificate.
Inviò un tavolino fatto con i pollici dei contadini della Ginestra Fiorentina al Granduca di Toscana con un bigliettino:
“Altro che Ikea“.
Il Granduca non gradì troppo il pezzo di design e lo sdegnò, deridendolo anche con frasi tipo “ahaha ma per chi mi ha preso il Segato? per un barrocciaio pisano senza gusto?”
Depressione e morte
Avidamente geloso delle sue formule chimiche, si aprì al mondo scientifico nel 1831 pubblicando sulla “Antologia” del Gabinetto Vieusseux.
Il Segato, dal carattere introverso e poco incline alle baracconate, si rifiutò di spiegare alla comunità i suoi segreti.
Ormai sui 44 anni, sbeffeggiato dal Granduca, offeso dai borghesi e non riuscendo a fare amicizia con i suoi colleghi chimici, si ammalò di polmonite.
Ironia della morte: colui che pietrificava, un giorno sarà polvere
Le ultime ore della sua morte furono dedite nell’estremo tentativo di tramandarle ad un amico, ma la mano della morte lo strappò al mondo prima che ci riuscisse.
Si spense il 3 febbraio 1836.
Lasciando un’eredità di oltre 200 pezzi di corpi pietrificati.
La tomba nel chiostro di Santa Croce ospita il suo corpo con un’incisione piena di mistero, come del resto tutta la sua vita.
“Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l’arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell’umana sapienza, esempio d’infelicità non insolito”.
I manufatti perduti nel tempo
La sua collezione di opere d’arte umane pietrificate è sparsa tra l’Università di Firenze e il museo fiorentino di anatomia.
Molto ambite dagli esperti e dai curiosi del settore sono i fantomatici gioielli da lui creati con il suo stesso sangue.
Si parla di anelli e collane che avrebbe regalato a parenti ed amanti.
Niente male la storia di Girolamo Segato, il mago egiziano eh?
Gilberto Bertini
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