La Buona Novella di Neri Marcorè e Fabrizio De André

Una coppia di fatto, Neri Marcorè e Fabrizio De André si confermano ancora una volta un duo straordinario!
Con l’ultima interpretazione di oggi si conclude lo spettacolo “La Buona Novella” con la regia di Giorgio Gallione. Una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea, che intreccia le canzoni del primo album con i brani tratti dai Vangeli apocrifi. L’occasione per dare voce, in un certo senso, ad alcuni personaggi che nella Bibbia non sono soliti parlare molto: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, le madri disperate. Prosa e musica sono perfettamente intrecciati tra loro per dare la giusta enfasi a ciò che De Andrè voleva trasmettere tramite le sue canzoni.
In questi giorni di preparazione alla Pasqua, il conosciuto talento di Marcorè spicca ancora di più e il travolgimento dei brani porta in un percorso profondo e di introspezione, che ribadiscono il talento indiscusso del cantautore immortale. Con queste premesse si apre il sipario su una sceneggiatura semplice eppure d’effetto. Un tappeto bianco, un’arco di legno, che un po’ ricorda la corona di spine (simbolo della Passione di Gesù) e così si alternano, sempre in legno, scale ornate di rose, il bastone di Giuseppe e le tre croci.
Marcorè dichiara: “La storia di Gesù è appassionante: un uomo che diceva delle cose non accettate dal potere e per questo messo a tacere”. A prescindere dalla fonte dei Vangeli apocrifi, questa è una verità davanti alla quale questo spettacolo ci mette davanti. Disarma anche la descrizione che viene fatta di Maria, che lasciando ad ognuno la propria opinione, è stata “complice” di una delle più grandi rivoluzioni della storia: ha dato la vita a Gesù, l’uomo della Libertà!
Con questo desiderio di libertà, termina Tito con il suo testamento, aprendo gli occhi su ciò che è stato e che è ogni giorno.
A chi parla questo spettacolo? A tutti, tutti coloro che hanno desiderio di scoprire il nuovo, approfondire e intraprendere un percorso non scontato. Non è per chi ha già deciso, fossilizzato nelle sue mere convinzioni come in una gabbia ben adornata per essere meglio sopportata.