Un viaggio tra le mille possibilità espressive del piano

Remo Anzovino, pianista e compositore tra i più eclettici della musica strumentale contemporanea, celebra i suoi 20 anni di carriera con Atelier, un album piano solo dal vivo registrato nello studio del pittore e scultore Giorgio Celiberti. Uscito lo scorso gennaio per Decca Italy e distribuito da Universal, l’album rielabora brani storici del compositore di Pordenone, rendendoli, per molti versi, “inediti”. Dopo il successo di Don’t Forget to Fly (2023), Atelier segna un ulteriore punto di svolta nella carriera di Remo Anzovino, rafforzando il suo legame con l’Arte in ogni sua espressione. Il suo concerto per Piano Solo in Sala Vanni è previsto per venerdì 14 marzo, come prima data del suo tour nelle principali città italiane (inizio ore 21:15 – ticket 18 € + d.p – 25 € alla porta su disponibile). L’evento è inserito nel cartellone di Tradizione in Movimento 2025.
In Atelier Remo Anzovino ripercorre una carriera che ha saputo fondere musica, arte e cinema e che lo ha portato, nel 2019, alla conquista del Nastro D’Argento – Musica dell’Arte per le sue colonne sonore.
Non è un caso allora che anche il luogo della registrazione sia speciale: è l’atelier del pittore e scultore Giorgio Celiberti, una delle personalità più prestigiose dell’arte italiana e internazionale del ‘900 e del nostro secolo. È stato proprio il Maestro a voler ospitare la sua musica nel suo studio, contribuendo così alla creazione di un progetto irripetibile, registrato in un luogo tanto intimo quanto affascinante che ha conquistato di diritto anche il titolo e la copertina dell’album.
Nel disco convivono le grandi passioni di Anzovino: il suo trasporto per il cinema e l’arte e il forte amore per la composizione e il pianoforte, che negli ultimi due anni lo ha portato a esibirsi in oltre 60 concerti in piano solo.
Nel nuovo album si ritrovano brani dei primi album (“Dispari” e “Tabù”), i lavori di maggiore complessità (“Igloo” e “Viaggiatore immobile”) fino al suo primo album internazionale “Nocturne” e al più recente “Don’t forget to fly”, per diverse settimane l’album strumentale più venduto in Italia.
Accanto a loro, ecco i suoi temi cinematografici più importanti, la musica che ha valorizzato film dedicati ad artisti leggendari quali Monet, Van Gogh, Gauguin, Borromini e Bernini, Frida Khalo, fino alle meraviglie del Museo Egizio di Torino.
Apre Atelier un inedito assoluto: Chaplin, una pagina composta circa vent’anni fa per la sonorizzazione dal vivo del capolavoro di Charlie Chaplin “Il circo” e oggi pubblicata qui per la prima volta chiudendo un cerchio temporale e artistico.
Ventuno tracce che ripercorrono uno spettro molto ampio del suo stile pianistico e dell’unicità compositiva, in grado di fondere elementi musicali che spaziano dalla musica classica al jazz, attraversano il tango e la tradizione musicale latina, passano per le melodie della scuola napoletana e quegli elementi che rendono distintiva la sua scrittura cinematografica.
Uno stile dal linguaggio universale e contemporaneo in grado – da sempre – di superare gli steccati culturali e di genere, come dimostra la calorosa accoglienza ricevuta negli ultimi anni in tutti i concerti eseguiti in Italia e all’estero.