Scrivilo sui muri, vita “dentro” alle Murate

Il percorso è viaggio, le pareti spunti di storia, scorci sulla vita del prigioniero. Suggestivo, empatico, l’esperienza è forte nell’attraversare gli spazi dell’ex carcere, oggi inserite nell’ampio complesso del MAD-Murate Art District.
Le celle raccolgono i tratti distintivi del passaggio del tempo, con chiari riferimenti ad umori, sentimenti, alla contaminazione con il mondo all’esterno che, per molti, fu ragione della prigionia. Si entra così in un ecosistema fatto di speranze e desideri, di finestre troppo piccole per osservare il mondo che cambia, di date da segnare, di giorni da contare, quelli per la libertà-miraggio. Carcere duro, qui trovarono “ospitalità”, tra gli altri, Piero Calamandrei, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Nello e Carlo Rosselli e Nello Traquandi, anime del foglio clandestino “Non Mollare!”, nato dalle ceneri del Circolo della Cultura prima opposizione fiorentina al fascismo, opposizione culturale di tendenza liberaldemocratica e liberalsocialista, sciolto per volere dei fascisti.
Anche Carlo Levi, prigioniero nel carcere de Le Murate fino al giorno successivo della caduta di Mussolini, entrò in contatto con “Non mollare!”. Grande amico di Levi fu anche lo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, anch’egli fatto prigioniero nel febbraio del ’42 per poi essere liberato con diffida a giugno ’42.