Le streghe della patria al Teatro Niccolini

Al Teatro Niccolini di Firenze (via Ricasoli 3; ingresso libero a offerta libera) sabato 28 ottobre alle 21 si rappresenta in prima assoluta Le streghe della patria (Dramma giocoso in tre atti ed un epilogo) di Jean Masf.

 

Sotto la direzione di Giacomo Benedetti, un gruppo di cantanti professionisti di valore, alcuni emergenti, altri con carriere già prestigiose (Beata: Elisabetta Vuocolo; Veruska: Annachiara Mugnai; Funzionario e talebano: Lorenzo Martinuzzi; Barbara: Elena Cavini; Generale: Cesare Tenuta; Antonia: Federica Cassati; Johnny: Pedro Carrillo; Saggio del villaggio: Giorgio Marcello; Coretto ausiliarie: Federica Cubeddu e Natsuko Kita; Coretto afgane: Natsuko Kita e Annachiara Mugnai); l’Orchestra da camera è composta da Aglaia Tarantino (pianoforte ), Tazio Borgognoni (clarinetto ), Emanuele Butteri (corno), Tyler Stewart (violoncello), Petru Horvath (contrabbasso), Camilla Dragoni (tromba), Sofia Giannadrea (marimba), Cesare Pierozzi (oboe), Paolo Cantamessa (violino ), Federico Alma (fagotto).

 

 

 

Alcune donne, a Roma, si fanno assumere dalla Chiesa come suore infermiere e dall’Esercito come ausiliarie. Durante la guerra, vengono mandate in Afganistan, dove si comportano come impone il loro ruolo. Là si fanno amica la popolazione e si infiltrano nei servizi segreti. Questi indagano su come i talebani riescano a vivere facendo la guerra con abbondanza di mezzi ed energia. Dentro una montagna avrebbero trovato un minerale di uranio arricchito. Ma, quando gli eserciti occidentali conquistano la montagna, non ci si trova nessuna traccia di radioattività. Lo sforzo militare collassa. I talebani si lasciano convincere dalle loro donne a smettere la guerra. Le donne travestite da infermiere e da ausiliarie indagano tra la popolazione. Scoprono che sui tetti del villaggio vicino alla montagna, dalle lastre di un certo minerale usate come pannelli solari, la gente ricava una grande quantità di energia elettrica. Or se la guerra sembra finita, Allegra cominciam altra partita.

 

Pensate una decina di anni fa, Le streghe della patria prevedevano un collettivo di compositori sotto l’acronimo di MASF, ovvero Musicisti Anonimi Senza Frontiere. Il progetto non si è poi realizzato; d’altronde nemmeno Verdi, che era Verdi, riuscì a suo tempo a convincere altri compositori a cooperare per celebrare Rossini. La Messa da Requiem se la sarebbe composta da solo (e per Manzoni, invece che per Rossini). Così ha fatto il compositore che si cela dietro lo pseudonimo di Jean Masf: ha scritto tutto da solo e dell’acronimo ha fatto un cognome.

 

 

 

Negli intervalli ed alla fine dell’esecuzione, il pubblico è pregato di stare qualche minuto in silenzio, prima di applaudire.