La musica è un lampo, intervista con Stefano Senardi
Al Teatro Puccini la visita di Stefano Senardi, produttore discografico, direttore artistico. L’occasione speciale è stata la presentazione de “La Musica è un lampo”, occasione per ripercorrere la carriera, gli incontri, il suono che ha accompagnato anni straordinari della cultura musicale italiana.
Da Battiato a Madonna, da Jovanotti a Lou Reed. E poi Bowie, De André, Capossela, Pino Daniele… Solo alcuni big della musica che hanno incrociato le proprie vite con quella di Stefano Senardi, con ogni probabilità il discografico italiano – ma anche autore e direttore artistico – più noto a livello internazionale.
45 anni di concerti, sessioni in studio e contratti racchiusi in “La musica è un lampo”, libro-memoir che Senardi. Tra le pagine di “La musica è un lampo” – da qualche giorno al primo posto nella classifica dei libri musicali più venduti di Amazon in Italia – ci sono molti riferimenti ad artisti ed eventi toscani: Gianna Nannini, i Litfiba e Nada, per dirne tre, ma anche l’indimenticato concerto di Patti Smith allo stadio Franchi di Firenze.
La musica è un lampo che ha folgorato sin dall’infanzia la vita del discografico Stefano Senardi. Dalla scintilla scoccata da Piccolissima serenata e Torero, lato A e B di un 45 giri di Renato Carosone, ai dischi dei suoi eroi di quando aveva dieci anni: Rokes, Equipe 84, Corvi, Nomadi. All’amore immediato e definitivo per la musica che esplode grazie a un album doppio dei Beatles, il White Album arrivato da Londra.
Era il 1969 e fu il segno di un destino. E da lì in poi le fughe ribelli dell’adolescenza e della giovinezza scapigliata, in pullman o in autostop, verso i più bei concerti di tutta Europa.
E poi il più significativo incarico alla Polygram a soli trentaquattro anni e una brillantissima carriera costellata di incontri con uomini straordinari. Dall’amicizia con Franco Battiato al racconto degli indimenticabili concerti dei Rolling Stones o del camaleontico David Bowie sotto una gigantesca luna piena, alla magia di Bob Marley nel concerto del 1980 a San Siro a Milano con centomila fiammelle accese; dai festival psichedelici al rapporto con Pavarotti, traghettatore della musica colta al popolo, a Madonna e ai cantautori: le lunghe conversazioni impegnate con Fabrizio De André, la folgorazione per Vinicio Capossela e Jovanotti, il ricordo di Pino Daniele, il blues e il jazz.
Meravigliosi gli aneddoti: i frammenti della Beat Generation, le pagine su Fernanda Pivano, l’intervista catastrofica di Isabella Rossellini a Lou Reed, Steve Wonder in un ristorante milanese che mangia con le mani.
Con un apparato fotografico di oltre 400 ricordi, un libro allegro e serio a un tempo, perché ci restituisce la vicenda politica di quegli anni, gli echi degli anni di piombo e le atmosfere più gioiose e rilassate degli anni Ottanta. Insomma, le amicizie, i ricordi, le sorprese e i mille flashback di prima mano raccontati dalla rockstar dei discografici.
Introduzione di Michele Serra.