Gioia, tristezza, rabbia: quante emozioni in una partita di calcio? [VIOLACULT]
Inside Out: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto. Quante emozioni regala una partita di calcio?
Fiorentina – Carpi, una partita che sulla carta sembrava facile si è trasformata in un treno di emozioni.
Una rapida carrellata sulle emozioni:
ALLEGRIA
Gol di Borja Valero nei minuti iniziali su splendido assist di Ilicic: ALLEGRIA, senso di leggerezza. Sembrava il preambolo di una passeggiata di piacere
PAURA
15′ del primo tempo: Si alza la tempesta. Il vento inizia a battere forte e la pioggia aumenta repentina, dalla curva si vede la polvere alzarsi e poi lo scroscio; questa situazione si unisce al fatto che da buona squadra operaia il Carpi si barrica dietro la linea del centrocampo e con le ripartenze mette in difficoltà la difesa viola. PAURA, pioggia e pareggi sfiorati. Intanto i tifosi della Fiesole cantano come dannati, alcuni senza maglietta.
DISGUSTO
45′ la partita riparte in sordina. La pioggia scema, ma a guastare le emozioni ci pensa Cervellera. Ad apparecchiare la frenata viola verso i posti più alti della classifica è l’arbitro. Nessun cartellino giallo per i fabbri carpigiani, di manica larga invece contro i giocatori viola. Ammonizioni a gratis per Vecino e Tatarusanu.
TRISTEZZA
Dopo un secondo tempo in attacco, senza riuscire a concretizzare, il Carpi arroccato in difesa realizza un gol. Tomovic perde palla e Lasagna ci castiga. Dopo Settimane passate a prendere in giro gli interisti per il gol di Lasagna, ci preparavamo tutti a passare una settimana all’insegna dell’insulto culinario. Gol di Lasagna al 72′ e tanta tristezza. Completamente bagnati e castigati. Peggio di così non si può.
RABBIA
I piedi congelati, i capelli fradici, freddo e la Fiorentina da terzo posto in campionato pareggiata da un umile Carpi, aiutato dallo sconsiderato Cervellera. Le concorrenti che vincono, dal 72′ al 93′ la rabbia ha assalito tutti a Firenze. Lo striscione della curva, le urla dei delusi, i brusii dei più radicali criticatori on line.
SPERANZA
Al 76′ entra Mauro Zarate, arrivato nella nebbia di un mercato invernale complicatissimo, al giro di boa di questa stagione. Con il numero 7 sulle spalle entra facendosi il segno della croce. Gli amici laziali mi hanno sempre detto che lui gioca per se stesso, non passa mai il pallone, lui vuole fare gol. Forse -penso- ci vuole proprio uno così. Uno che non guarda in faccia a nessuno che alla prima occasione segna un gol bellissimo, mandando a quel paese tutti i fondamentali del calcio e l’etica. Forse, in mezzo alla tristezza, una piccola fiammella di speranza cresceva guardando Mauro Zarate giocare come se fosse in Piazza della Vittoria.
GIOIA
Proprio quando il tempo sembra scaduto e la stagione buttata, il sogno di un bambino circondato da 23.000 bambini con lui si concretizza. Mauro Zarate segna un gol da cineteca, talmente perfetto nell’esecuzione che guardano il replay si ha ancora paura che la palla non entri. 93′ Zarate con un sorriso beffardo si avvicina alla Fiesole con la mano all’orecchio, lui non si scompone. Noi tifosi si. La gioia è infinita e rende vano l’intervento della pioggia di Cervellera e di tutti i gufi dell’universo.
E ora tirando un bel respiro dopo che ci siamo tutti rilassati guardiamo un po’ di film di Fiorentina – Carpi 2-1 :
Non è Tello ciò che piace
L’ex compagnuccio di squadra di Messi % Co al Barcellona arriva in viola da tipo una manciata di ore e già si appollaia sulla fascia. Gioca in tutto un’ora, prima sulla fascia lontana da Paulo Sousa. Nella prima parte della partita sembra che sia stato preso a partita IVA: viene pagato a prestazione, ovvero quando tocca palla. Sembra molto avulso dalla manovra viola. Soprattutto in difesa, dove non raddoppia mai. Comunque fa trasparire una classe assoluta. E la sua riluttanza al difendere potrebbe forse spiegare perchè in Spagna le partite finiscono 7-0.
Per un pugno di Tomovic
Diciamo che Nenad non è proprio un top player. Sicuramente non brilla in una Fiorentina molto compassata e attenta alle minuzie. Nel primo tempo è chiamato in causa ad arginare gli attacchi laterali del Carpi e a richiamare il Tello distratto. Combina un bell’arrosto perdendo la palla da cui scaturisce il gol degli avversari. E giù tutti a criticarlo, eppure Nenad puoi essere meglio di così. Sotto con gli allenamenti!
Kalinic di forma
Bomber dove sei? Perchè sei una boa in mezzo alle onde delle arcigne difese avversarie? Nikola Kalinic, l’eroe del girone d’andata , appare in affanno. Lontano dalle azioni, lontano dalla gente che conta. Non riesce più ad essere incisivo. Nei primi minuti spara alle stelle un assist al bacio di Tello, poi niente di più. Sembra che non abbia più il fiato per farsi in su e giù dal centrocampo fino all’area di rigore, andandosi a prendere i palloni e far salire la squadra. Che sia un problema di forma? Che sia una scelta tattica di Sousa? Bo, Nikola ci manchi e ti vogliamo bene.
L’irresistibile leggerezza di Mati
Ammettiamolo, dai piedi di Mati Fernandez passano tantissimi palloni. E questo lo rende un giocatore chiave di questa squadra. Ma vista da un’altra prospettiva, quante di queste palle si concretizzano? Poche. Pochissime. Sembra che il fuoco che ha dentro dalle trequarti si spenga arrivato in area di rigore, dove immancabilmente arriva il retropassaggio. Alle volte prova il tiro da lontano, non trovando mai il guizzo giusto. Viene chiamato il “Pesticcia” e alle volte forse non è sbagliato…
Master and Gonzalo
Sempre più roccioso, sempre più rock. Gonzalo Rodriguez ormai è un senatore di questa squadra e soprattutto della difesa. E’ uno dei pochi che ci crede quando le cose si mettono male. Mantiene il controllo e saldamente la posizione. Sembra che se ci crede lui, ci credano tutti.
Soffrire con il Carpi è piacevole come trovare chiuso il pastaio alle 4 di notte. Ma questa vittoria importantissima è calda come un cappuccino con tantissima schiuma, in una giornata piovosa. Benzina che serve a tutti gli attori del circo del calcio. Dai giocatori all’allenatore, per non smettere di sognare mai.
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Gilberto Bertini