Alchimia della materia – Nuova edizione di “Ceramica” a Montelupo

Alchimia della materia – Nuova edizione di “Ceramica” a Montelupo
Di Samuele Rovini e Simone Bettini
Il prossimo 21 giugno alle 18.30, al Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino, inaugurerà una mostra diffusa dedicata alle ceramiche da farmacia di manifattura montelupina.
L’esposizione, dal titolo “Terre di Spezierie. Ceramiche di Montelupo per Santa Maria Nuova e le farmacie storiche della Toscana”, a cura di Lorenza Camin con Alessio Ferrari e Vittoria Nassi, ricostruisce il secolare rapporto di committenza e collaborazione che legava, fin dai primi anni del Quattrocento, le botteghe di Montelupo ai luoghi più attivi nell’assistenza alla salute della
Toscana.
Lo scavo del Pozzo dei lavatoi e le indagini archeologiche condotte a Montelupo dagli anni ’70 del secolo scorso hanno infatti portato alla luce una grande quantità di maioliche riconducibili a forniture farmaceutiche, databili tra XV e XVIII secolo, a testimonianza della grande richiesta di questi manufatti da parte delle più antiche spezierie ospedaliere, conventuali e private della Toscana. Questi contenitori, abbelliti con gli stessi decori e rivestiti dello stesso smaito delle raffinate maioliche da tavola, assicuravano una perfetta conservazione delle sostanze racchiuse al loro interno, erano facili da pulire e non rilasciavano odori.
Anche il “Ricettario fiorentino”, manoscritto edito nel 1499 e considerato la prima farmacopea, consiglia di conservare alcuni preparati “in vasi grossi di terra invetriati”.
L’itinerario della mostra si articola attraverso ospedali, musei e storiche spezierie che ancora custodiscono gli antichi corredi vascolari da farmacia realizzati a Montelupo, un percorso inedito con più tappe che costituirà una preziosa occasione per riscoprire la città attraverso il dialogo tra ceramica, storia, architettura e arte.
Punto di partenza è naturalmente il Museo della ceramica di Montelupo Fiorentino dove saranno esposti albarelli per erbe o unguenti, versatoi per sciroppi, orcioli per acque profumate o preparati medicamentosi, provenienti da collezioni private e importanti Musei italiani, come Le Gallerie degli Uffizi, il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, il Castello Sforzesco di Milano e il
Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze.
Grazie agli emblemi, alle simbologie religiose e agli stemmi gentilizi raffigurati sulla maggior parte delle ceramiche, i visitatori saranno guidati lungo un viaggio che li porterà a scoprire le più note spezierie esistenti nell’area fiorentina.
Prima fra tutte, quella dell’Ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, fondato nel 1288 e dotato di una spezieria già nel 1376. In questa sede sarà possibile ammirare anche una selezione di ceramiche destinate ai pasti quotidiani di medici, infermieri e malati, tutte caratterizzate dall’immagine della stampella stilizzata. Seguono l’Officina Profumo – Farmaceutica di Santa Maria Novella, l’unica farmacia al mondo che svolge la sua attività nel luogo in cui ebbe origine, nel 1221, e il Museo di San Marco che, nella Sala Greca.
Quest’ultima eccezionalmente aperta al pubblico in occasione della mostra, possiede una serie di orcioli realizzati da botteghe montelupine tra il 1580 e il 1630.
Il percorso fiorentino viene completato dal Museo Galileo, dove sarà possibile ammirare l’eccezionale laboratorio chimico che il Granduca Pietro Leopoldo fece allestire nella seconda metà del Settecento per effettuare esperimenti utilizzando preparati chimici e farmaceutici.
Il progetto di questa mostra non si ferma alla città di Firenze ma include altri tre Musei: l’Antica
Spezieria Serristori a Figline Valdarno e la Spezieria di Santa Fina a San Gimignano, esempi particolarmente fortunati di conservazione delle dotazioni farmaceutiche di cui gli ospedali erano dotatie. Infine, l’Aboca Museum a Sansepolcro che possiede nella sua collezione vasi farmaceutici con i più tipici decori della ceramica di Montelupo.
L’esposizione diffusa guida in un viaggio alla scoperta di una Toscana insolita fatta di tradizione, saper fare e anche un velo di mistero che ha sempre circondato i mestieri alchemici.
Ogni visitatore riceverà un passaporto speciale sul quale sarà messo un timbro in ciascun museo visitato e a percorso completato riceverà un piccolo manufatto in ceramica.
Il progetto espositivo è stato realizzato anche in collaborazione con la Fondazione Santa Maria nuova.