“Transcending Earth”, esplorare l’uomo attraverso la natura

Rosai Art e Zuecca Projects a Firenze con la mostra collettiva “Transcending Earth”, a cura di Balthazar Piero Rosai e Alessandro Possati. Il percorso riunisce le opere di sei artisti di rilievo internazionale: Ioan Sbârciu, Riccardo Guarneri, Virginia Zanetti, Patrizio Landolfi, Bernardo Tirabosco e Giovanna Bianco.
Transcending Earth esplora il concetto di natura e paesaggio come riflesso delle esperienze umane, indagando il legame tra l’uomo e l’ambiente attraverso una varietà di medium, tecniche e linguaggi espressivi. Gli artisti coinvolti superano la rappresentazione convenzionale della natura, indagando il legame profondo tra il tangibile e l’intangibile, il visibile e l’invisibile.
Ioan Sbârciu (1948), uno dei più importanti pittori rumeni contemporanei, partecipa con una selezione di opere tratte dalle sue serie più celebri, tra cui “Cinder Forest”. In “Cinder Forest” Sbârciu trasforma il dramma della deforestazione in una riflessione poetica sulla natura perduta, utilizzando ceneri di alberi bruciati nei pigmenti delle sue tele. I paesaggi nelle opere di Sbârciu non sono solo rappresentazioni di scenari naturali, ma evocazioni di memorie intime e di un paradiso perduto, rivelando il legame tra uomo e natura in chiave emotiva e spirituale. La sua tecnica si colloca tra figurazione e astrazione, creando opere monumentali che ampliano il concetto di paesaggio interiore.
Riccardo Guarneri (1933), figura di spicco dell’Arte Analitica, presenta una selezione di opere storiche degli anni ’60 e ’70, in cui la luce diviene protagonista. Attraverso un processo di progressiva semplificazione cromatica, Guarnieri esplora la trasparenza e la luminosità, creando superfici quasi immateriali dove il bianco domina, rappresentando una forma di paesaggio mentale più che fisico. Le sue opere, cariche di riflessione sulla natura della luce, invitano lo spettatore a una contemplazione che va oltre il visibile. In mostra, l’installazione “Abissi” e le opere dalla serie “I Pilastri della Terra” di Virginia Zanetti (1981). Ne “I Pilastri della Terra”, la natura diventa spazio di azione collettiva e spirituale.
Le performance di Zanetti mirano a trasformare la percezione del mondo naturale e sociale, creando un nuovo dialogo tra individuo e ambiente. I partecipanti, facendo le verticali in luoghi simbolici, diventano metaforicamente i “pilastri” che sostengono la Terra, un gesto che riflette il desiderio di ripensare la nostra connessione con la natura e di creare una nuova etica comunitaria. Patrizio Landolfi (1954), noto per la sua tecnica di frammentazione cromatica, indaga le emozioni umane attraverso il colore. Le sue opere astratte esplorano la natura come energia pura, dove il colore diviene lo strumento per veicolare sensazioni quotidiane, in un continuo flusso dinamico di luce e movimento. I suoi dipinti esprimono una connessione viscerale con il mondo naturale, che viene percepito non solo visivamente ma anche come esperienza sensoriale.
Bernardo Tirabosco (1991) spinge al limite le possibilità dei materiali, sperimentando con sostanze organiche e inorganiche come cera, ferro e piombo. La sua pratica si situa tra scultura e installazione, creando opere che dialogano con lo spazio espositivo e con la natura stessa, come se fossero un’estensione del paesaggio che le circonda. Tirabosco concepisce la materia non solo come mezzo espressivo ma come origine stessa del processo creativo, esplorando il confine tra ciò che è tangibile e ciò che resta nascosto. Giovanna Bianco (1988) chiude il percorso espositivo con opere che traducono il linguaggio non verbale in forma visiva, cercando un dialogo silenzioso con il mondo naturale. La sua ricerca artistica, pervasa da un’intensa introspezione, esplora il vuoto creato dalle convenzioni sociali e cerca di colmarlo attraverso la bellezza e la fluidità della natura, manifestando così il suo legame intimo con l’ambiente circostante.