Quando il carnevale fiorentino incontrò il calcio storico fiorentino

Il Carnevale fiorentino pone le sue radici tra il XV e il XVI secolo, grazie a Lorenzo de’ Medici. Quest’ultimo scrisse e decise di mettere in scena il canto “Il trionfo di Bacco e Arianna”. Tale canto, insieme ad altri canti, prese il nome di “canto carnascialesco”. Lorenzo volle organizzare una magnifica celebrazione in maschere, con canti e con l’uso di carri, chiamati “trionfi”. I carri furono realizzati appositamente in legno e juta. 

Durante queste celebrazioni, che precedevano la quaresima, sia popolani, che nobili, si radunarono nelle piazze per festeggiare. I giovani, di nobili famiglie, si mascheravano e correvano tra le strade, lanciandosi una palla di stracci o la lanciavano nelle botteghe degli artigiani, per costringere i padroni a far uscire i lavoranti a unirsi al gioco. Questa tradizione venne regolamentata e autorizzata nelle piazze maggiori e soprattutto nel periodo del carnevale. Tale gioco, negli anni continuò a mutare, fino a diventare quello che oggi tutti conosciamo come il “calcio storico fiorentino”.

Nell’Ottobre 1529 iniziò l’assedio della città da parte dell’imperatore Carlo V d’Asburgo (Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico), su richiesta di Papa Clemente VII (meglio conosciuto come Giulio de’ Medici) per far ritornare la famiglia Medici a Firenze. I fiorentini, però, il 17 Febbraio 1530, non vollero rinunciare ai festeggiamenti per il carnevale e per la partita. Scelsero, quindi, Piazza Santa Croce per l’evento, per farsi notare dalle truppe nemiche, ma soprattutto per far capire che non avevano paura. Inoltre, i fiorentini, misero un gruppo di musici sul tetto di Santa Croce a suonare allegramente, come segno di provocazione. Le truppe reagirono con palle di cannone sopra le teste dei musici, come atto intimidatorio. Come ulteriore gesto di forza la scelta dei colori per le due squadre fiorentine furono il bianco per una e il verde per l’altra: la squadra dei bianchi simboleggiava la libertà, mentre quella dei verdi simboleggiava la speranza. 

La partita di calcio passò alla storia, come “la partita dell’assedio”.

La storia si è evoluta nel tempo, ma il giorno di carnevale resta sempre un momento di allegria e felicità per tutta la città.