Fioretta Mazzei – Non voglio vivere inutilmente

“Credo che sono fatta per una vita intensa, stancante come quella di città, con contatti con molte anime. Credo che la mia missione sarà di avvicinare e capire le anime. Dovrò, mi immagino, fare una vita abbastanza mondana, avvicinare molte persone e, in quel che potrò e con l’aiuto del Signore, aiutarle. L’importante è questo: non voglio assolutamente vivere inutilmente.”
Così scriveva Fioretta Mazzei all’età di diciassette anni, prevedendo quella che poi sarebbe stata la sua vita: impegnata instancabilmente nella politica fiorentina e non solo, come dimostrerà al fianco di Giorgio La Pira. Divenuta Consigliere Comunale nel 1951, viveva la politica come servizio agli uomini e lo dimostrerà nel suo impegno per la pace in Medio Oriente. Contribuisce perchè Firenze diventi un crocevia politico e spirituale importante della storia contemporanea, organizzando incontri con alcuni dei più grandi esponenti politici del mondo proprio nella città del giglio. Dal 1990 al 1995 è stata Presidente della Commissione per la Pace del Comune di Firenze, organismo creato a sua immagine, per l’attività costante sul tema. Sotto questo ruolo porta a termine il gemellaggio tra Firenze e Nazaret.
Cosa ci lascia Fioretta Mazzei? La purezza della generosità. Proprio così: PUREZZA della generosità. La sua vera fede nell’impegno civico, nella cura del prossimo, nella rivoluzione silenziosa, fatta di piccoli atti di vera, pura generosità.
Credeva profondamente nei valori dell’amore, sprizzava altruismo da ogni poro. Costruì una casa in montagna, a Vallombrosa, per chi non poteva permettersi di fare una vacanza nel periodo estivo. Non ritirava mai la mano quando poteva fare qualcosa per aiutare. Aveva chiaro che il centro della sua vita non era più lei stessa, ma l’altro: “vivere soltanto della vita degli altri”.
Muore l’11 novembre 1998, offrendo le sue sofferenze per la causa della pace.
“Grazie è la parola più completa e più totale che l’uomo può rivolgere al suo Creatore per tutti quelli che lo circondano. Un grazie contiene anche affetto e riconoscenza, ed è quello che volevo consegnare ad ognuno di voi, a cominciare dai più piccoli, dai più dimenticati, da tanti che non si sono nemmeno accorti che mi facevano dire grazie e di cui è piena tutta la mia vita.”