Recensione “Dune – Parte 2″

Ambizione, riscatto, sete di potere e amore sono alla base di “Dune: Parte Due”, di Denis Villeneuve, tratto dal romanzo di Frank Herbert. Dopo il lunghissimo prologo del primo film, qui assistiamo all’ascesa  di Lisan al-Gaib (meglio conosciuto come il messia).

Timothée Chalamet e Zendaya sono il vero motore del film. Il primo all’inizio è un personaggio che deve ritrovare il suo posto (a causa degli eventi del primo film), ma poi va pian piano ad evolversi in un personaggio che brama potere assoluto, passando così da salvatore della tribù Fremen a tiranno assoluto. Invece, il personaggio di Zendaya rappresenta in tutto e per tutto l’amore puro, senza mai andare contro i suoi principi. Proprio questo suo amore la porterà a fare scelte molto difficili. Un’alchimia tra i due personaggi spettacolare e un evolversi del loro rapporto, ben messo in scena. Merita una menzione anche Javier Bardem, che rende il suo personaggio, Stilgar, assolutamente divertente. 

Proprio il suo personaggio è quello che smorza i toni seri della storia, rendendo la visione non pesante. Il ritmo di Dune II è molto adrenalinico e con pochissimi momenti morti, rispetto al primo capitolo. 

I veri punti di forza di questo film, però, sono i comparti effetti speciali e musiche. Il primo è visionario, spettacolo puro per gli occhi dello spettatore, mentre il secondo è epicità per le sue orecchie. Hans Zimmer si conferma maestro assoluto delle colonne sonore, non un caso l’oscar per “Dune” (2021). 

In conclusione per me è un film che ha saputo correggere gli “errori” del primo capitolo, che tra il ritmo e il fatto che fu messo in scena solamente il prologo spaccò la critica. Per gli amanti del genere sci-fi e del cinema in generale è un colossal assolutamente da non perdere.