Se pensate che solo Parigi sia infestata di passaggi segreti vi sbagliate, anche Firenze ha i suoi passaggi segreti.

In un’epoca lontana, quando non esistevano gli smartphone ed il traffico era minimo, la lungimirante amministrazione fiorentina decise che era tempo di iniziare a trivellare.

Paolo Venerosi Pesciolini era il podestà di Firenze. Il mito fascista della macchina, della velocità e del super uomo che può addomesticare la natura prende campo come il sole rampante di giugno.

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nche le colline hanno gli occhi. Firenze ha tante colline. Alcune sono magiche, dal crinale di Maiano, Belvedere, A Fiesole fino a Careggi. La grande ambiziosa idea  fu quella di trapanare una di queste e creare una facile via di arrivo in città. La collina scelta per il tunnel fu Careggi anche se attualmente è difficile ricostruire questo dato con certezza, perchè altre fonti suggeriscono Fiesole. Quello che è certo che il foro in città fosse all’altezza di Piazza Leopoldo. Oggi è possibile vedere la bocca di questo tunnel in via Montelatici. L’arco e la griglia celano dietro una porta sempre sigillata i segreti di questo sotterraneo che praticamente dall’inizio della sua storia è rimasto sempre chiuso.

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Piazza Leopoldo negli anni 30 era diventata un polo importante nella vita economica della città. Il primo grattacielo urbano nasceva sull’onda dell’architettura razionalista (si veda anche Banti l’ospedale da brivido). Il tunnel avrebbe favorito lo scambio di merci, e l’arrivo in una delle città fiore all’occhiello dell’Italia fascista dei capi di stato da tutto il mondo.

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Diciamo che la storia è andata in maniera leggermente diversa. Non solo perchè ora il tunnel è totalmente abbandonato a se stesso. Ma perchè se torniamo all’epoca del ventennio, un male oscuro pose fine all’avventura del tunnel. E di pari passo ai totalitarismi del 900′; ma questa è un’altra storia. Il male oscuro si chiamava guerra mondiale; l’invasione di Firenze, la guerra, i cecchini appostati, i bombardamenti degli alleati. In questa cornice il tunnel ha regalato un ultimo canto del cigno che coincide con l’unico utilizzo che ha avuto il tunnel.

Un utilizzo tragico: rifugio per i disperati, gli sfollati che per i primi 100 metri di tunnel hanno potuto trovare riparo dagli orrori della guerra. Alla fine di quei 100 metri, un muro a chiudere e restringere lo spazio. Dal 1943 ad oggi, il tunnel è chiuso.

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Per gli appassionati delle avventure urbane sarebbe interessante trovare l’entrata fuori dalla città del tunnel. Ricercando su siti specializzati ho scoperto che sarebbe da qualche parte oltre la collina di Fiesole. All’interno di una proprietà privata. Raggiungibile con qualche escamotage repentino. Sicuramente sconsigliabile.

Nel 2011 l’allora presidente del Consiglio Comunale ed attuale Regionale, Eugenio Giani, sosteneva la proposta di rispolverare il vecchio tunnel per agevolare la viabilità, ad oggi niente sembra cambiato. ma la vita segreta del tunnel scorre ancora sotto terra.

La curiosità di percorrerlo almeno una volta è veramente tanta.

Gilberto Bertini

per critiche o notizie sul tunnel: gilbertobertini8@gmail.com