Giglio Celeste, Giaggiolo o Iride Fiorentina. Sono solo alcuni dei nomi che nel corso del tempo sono stati dati a questo misterioso fiore, una delle specie più famose del genere Iris, dalla parola greca antica che significava contemporaneamente “iride” e “arcobaleno”, decora lo stemma che lo vede prendere il nome di Giglio Bottonato, talvolta rappresentato retto da un leone: il Marzocco.

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Ma come è giunto questo fiore dalle mille sfumature cangianti sul vessillo della nostra città?
Come per molti simboli leggendari la sua origine è incerta. Una versione vuole che risalga agli albori della fondazione di Firenze per opera dei romani, nel 59 A.C., che ebbe luogo durante le celebrazioni in onore della dea Flora, da cui anche il nome della città. Un’altra leggenda vede il giglio legato a Fiorino, pretore romano e storico fondatore della città. Ma non dimentichiamo il valore simbolico di questo fiore, che nell’allegoria religiosa era associato alla Madonna in quanto simbolo di purezza, per cui non è da escludere che proprio in suo onore sia stato adottato.

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Quale che sia la verità, il giglio è passato indenne attraverso i secoli sopravvivendo alle lacerazioni interne della città, al succedersi di poteri e ai tentativi del governo napoleonico di sostituirlo con un altro simbolo.
Ecco, forse è questo il significato ultimo del giglio. Ornamentale, aromatica e medicinale, l’Iris Germanica è prima di tutto una pianta estremamente coriacea e resistente, che riesce a vegetare su qualsiasi tipo di suolo, e a noi piace pensare che sia questo il vero motivo per cui è eletta a simbolo di una delle città più vigorose, refrattarie e solide tra quelle che hanno fatto grande l’Italia.

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