Sfido chiunque a provare una sensazione più fastidiosa di una previsione disattesa. Certo, sempre di storie di pallone si tratta, ma la prima di Europa League al Franchi presentava un menu gustoso e variegato:

-un allenatore molto europeo, che grazie ai suoi innesti è stato protagonista nelle coppe.

-Un destino, che si sa cinico e baro, aveva scelto come avversario su 48 squadre proprio il passato (vincente) di Paulo Sousa: Il Basilea (città bella, ma non ci vivrei). Non so certamente quali potessero essere le probabilità matematiche di questo accoppiamento, quel che è certo è che in conferenza stampa le parole del mister erano state chiare “ il vantaggio è loro che mi conoscono molto bene”.

Quello che sicuramente nessuno poteva prevedere era che il fattore determinante il risultato fossero gli episodi e i dribbling ubriacanti dell’ottimo Embolo (18 anni!).

 

Ascolto consigliato Rolling Stones – you can’t always get what you want

paulo

C’è un modo di contrastare gli episodi in una partita? Domanda vecchia quanto il pallone.

Certamente no, ma anche se a malincuore è giusto citare l’altro allenatore sotto contratto coi Della Valle, “ il gioco può indirizzare gli episodi casuali di una gara a proprio favore, e non bisogna mai rinunciarvi”, Vincenzo lo ripeteva ad ogni conferenza stampa.

L’analisi dei 90 minuti è tutta qui: al 4’ minuto Kalinic segna con grandissima caparbietà, la Fiorentina parte forte come sempre in questo inizio stagione, poi? Il niente. Per i restanti  87 minuti non c’è stato nulla che potesse rimettere la partita sui binari in cui sembrava beffardamente indirizzata all’inizio.

 

basilea
Basilea, bella ma non ci vivrei

Sousa nelle parole del post gara è stato precisissimo, “ il gol ha abbassato la nostra intensità e le nostre linee di gioco”. L’unico episodio a nostro favore ci si è rivoltato contro, se poi aggiungiamo l’infortunio di Vecino un minuto prima di scendere in campo e il “prendi 3 paghi un gol” : entrata scellerata di Gonzalo, capocciata di Astori, rimbalzo maligno davanti a Sepe.  Direi che il conto col destino è abbondantemente aperto.

Dal gol di Kalinic all’ 1-1 abbiamo assistito ad uno spettacolo che al Franchi non eravamo abituati a vedere da un po’. La palla in possesso della formazione svizzera e noi compatti su due linee di 5 e 4 uomini a faticare sui cambi di fronte. Peccato, personalmente ho sempre più paura della mancanza di idee che degli episodi ( la ruota gira per tutti alla fine no?), ma quella di ieri sicuramente non rispecchia il valore di questa squadra, men che mai il carattere della sua guida.

Sono sicuro che Sousa non veda l’ora del prossimo giovedì esattamente come noi, un monito però: gustiamoci la partita senza guardare prima il menù, che le illusioni non vanno d’accordo con le serate europee.