Dante, il sentito dire: 5 luoghi comuni sul sommo

Di cercar parole astruse per fomentar lo pezzo mio non mi fregio

O di FirenzeFuori lettor che va di verità cercando,

Ma de lo poeta sommo parlar voglio, non come lo volgo errando,

Sfatando miti che dalla bocca sua di fama ne fan spregio.

 

Si ma detto più terra terra?

Ci sono dei luoghi comuni su Dante che la “saggezza” popolare ha protratto nel tempo. Cose che se siete cresciuti a Firenze sicuramente avrete sentito dire, alcuni meglio di quanto conosciate la sua opera.

 

Andiamo a vedere subito i luoghi comuni che abbiamo raccolto su Dante:

dante - luoghi comuni 1

1) “Come diceva Dante… Brozzi Peretola e Campi che Dio ce ne scampi!” o “Peretola, Brozzi e Campi, la peggio genía che Cristo stampi”

No, non siamo impazziti. A leggere questa frase probabilmente vi si sarà accapponata la pelle. Eppure c’è qualcuno a Firenze che è davvero convinto che il Sommo l’abbia pronunciata. Va bene che non era uno che le mandava a dire nelle sue invettive contro le altre città, ma questo è troppo.

Queste frasi, e non ce ne vogliano male gli amici di Brozzi Peretola e Campi, appartengono al popolo ed in esso nascono e muoiono. Al di là della infondatezza della tesi che il sommo abbia mai pensato queste frasi, ci sono dei dati incontrovertibili per distruggere questa tesi:

Dante nella Divina Commedia ogni volta che nomina Cristo o il Signore usa il contagocce; studiosi ritengono che sia proprio per timore e riverenza nei confronti del Celeste. Inoltre, e forse dato fondamentale: quei comuni dell’Interland fiorentino… non esistevano ai tempi del sommo!

 

2) Le abbuffate domenicali al ‘Bovaro’, in piazza del Duomo

E se vi dicessero che Dante ogni domenica andava a sbronzarsi e a sgranare nella peggio bettola di Firenze. In piazza del Duomo, la leggenda narra che nel corso del XIII secolo sorgesse un’osteria popolare chiamata ‘Bovaro’.  In questo postribolo di soggettoni, Dante passava la domenica fischiando alle ragazze e bestemmiando.

 

Non esiste prova che certifichi il contrario, ma oggettivamente sembra strano. Ho sentito questa storia da un professore di italiano al liceo Classico. Sono andato nelle peggio bettole per verificarne l’attendibilità e in effetti qualche vecchino fiorentino di quelli D.O.C mi hanno confermato. Ma non esiste nessuna prova.

 

3) Il naso di Dante.

Un semplice e unico dettaglio fisico è capace di caratterizzare per un’intera esistenza e anche oltre. Dante è il Nasone. Nell’immaginario collettivo, l’Alighieri è quello con il naso grosso, ingobbito e torto. 

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What do you think about it?

Eccheè? Ma come? E’ il primo ritratto di Dante (quello sulla sinistra), e il naso non è torto. Anzi, forse un po’ pronunciato ma lontano dall’esser nasone.

 

4) Il sasso e l’ovo di Dante.

In via dello Studio, Dante era solito seder su di una pietra (sasso) guardando la costruzione della Cattedrale. Un giorno un suo amico gli chiese “Che cibo ti piace di più?” e Dante rispose “L’ovo”.

 

Un anno dopo, lo stesso conoscente passando da via dello Studio, chiese al Sommo: “Come?” e lui…”col sale”..

 

Questa storiellina è famosa come il cucco a Firenze. Ci viene insegnata fin da bambini. Eppure ho qualche dubbio sulla veridicità del fatto. Mi sembra così strano che Dante passasse tutti i suoi pomeriggi a sedere su quel sasso… e che fosse sempre lì a sedere con tutto quello che aveva da fare, poerello… bo comunque andremo a fare un sopralluogo e chiederemo a Eugenio Giani che sa tutto di tutto.

 

5) Le ossa di Dante

Anche questo è un aneddoto famoso sul Sommo:

Una sera Dante era a cena con dei suoi amici, probabilmente ad un diciottesimo, e al terzo “brindisino”, il poeta s’allontanò per andar a cangiar acquae all’augello suo , allora quei guasconi de li amici suoi, Cavalcanti in primis, riempirono il piatto dell’Alighieri con tutte le ossa della ciccia che si erano mangiati. Il piatto di Dante era così pieno di ossa e il loro vuoto.

 

Al rientro dal bagno, tutti in coro gli dissero:

Oh Dante, ma che tu ti sei mangiato tutto te? Tu sei un peccatore!”

E lui con la sagacia che lo ha sempre contraddistinto:

“E voi siete cani! Che si vi siete mangiati anche le ossa!”

 

 

Scusandoci con chi ha dedicato all’opera del Sommo la propria vita, scusandoci con la cultura in generale e con tutti gli assessori del mondo, speriamo di avervi regalato una risata. Comunque se conoscete qualche altro aneddoto su Dante, e volete raccontarcelo mandate una mail a redazione@firenzefuori.it.

 

Se volete invece lamentarvi ——-> chediocenescampi@terzinedantesche.ii

 

Gilberto Bertini